I vigneti

I terreni posti su altipiani a base calcarea e l’esposizione ai venti settentrionali che arrivano dal mare Adriatico, uniti alle caratteristiche dei vitigni autoctoni dalla maturazione lenta e tardiva, rendono la zona Castel del Monte esempio di come la produzione vinicola pugliese possa proporre da vini dalla sorprendente freschezza, eleganza e longevità. I 70 ettari di vigneti sono certamente l’anima della Rivera, allevati a cordone speronato e a guyot con elevata densità di viti per ettaro e bassa produzione unitaria per un progetto vitivinicolo che punta tutto sulla qualità e sulla valorizzazione dei diversi terroirs aziendali. Pochi fornitori di fiducia colmano il restante fabbisogno di uva.

Vigneti Torre di Bocca e Tafuri

I fondi Rivera, Torre di Bocca, Tafuri e Monte Carafa, tra i 180 e i 250 metri di altitudine, sono caratterizzati da terreni calcareo-tufacei di sedimentazione marina, poveri e profondi. Qui si coltivano uve autoctone a bacca bianca, come Fiano e Bombino Bianco, dalla sorprendente sapidità, e a bacca rossa – Bombino Nero, Nero di Troia, Aglianico e Montepulciano – di notevole eleganza e struttura.

Vigneto Lama dei Corvi

Il suggestivo vigneto Lama dei Corvi, letteralmente ricavato nel 1997 frantumando le caratteristiche rocce calcaree su un contrafforte dell’Alta Murgia a 350 metri di altitudine con vista verso il mare Adriatico e il lontano massiccio del Gargano, che dona a Chardonnay e Sauvignon freschezza e mineralità distintiva.

A partire dall’annata 2020 le uve prodotte nei nostri vigneti e di conseguenza i vini da esse prodotti hanno ottenuto l’importante certificazione di Qualità Sostenibile SQNPISistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata.

Cos’è il SISTEMA DI QUALITÀ NAZIONALE PRODUZIONE INTEGRATA (SQNPI)?

Il SQNPI è uno schema di certificazione nazionale che ha come obiettivo quello di valorizzare le produzioni agricole vegetali ottenute in conformità a disciplinari di agricoltura integrata attraverso un sistema di produzione volontario che utilizza metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle patologie in modo da ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi di salvaguardia ambientale ed economica.